TOZZI, LA SCRITTURA CRUDELE
di Marco Marchi, Riccardo Castellana, Martina Martini
regia Antonio Bartoli, Silvia Folchi
letture Paolo Lombardi, voce narrante Walter Bonino
con la partecipazioni di Luigi Baldacci, Romano Luperini, Mario Luzi
Il documentario è prodotto in occasione della mostra “Scritture del profondo. Svevo e Tozzi”, Siena 2002. Italo Svevo e Federigo Tozzi hanno dato vita a due percorsi che, al di là delle loro evidenti autonomie di movimento, suggeriscono notevoli possibilità di paragone proprio per la loro cifra distintiva di “scritture del profondo”, interessate con sensibilità nuova alla registrazione della complessa realtà dell’io. E’ il mondo dell’inconscio che con Tozzi e con Svevo per rabdomanzia di scrittura e mediante l’accredito informativo fornito dall’indagine scientifica viene modernamente alla ribalta, ponendo i due grandi scrittori idealmente a fianco di Pirandello. Nato a Siena nel 1883, Tozzi si trasferì a Roma nel 1914, dove morì all’età di trentasette anni, dopo aver scritto capolavori assoluti come i romanzi “Con gli occhi chiusi”, “Il podere” e le straordinarie novelle. La sua narrativa, a partire dalle prose brevi di “Bestie” fino ai postumi “Ricordi di un giovane impiegato”, è percorsa da una vena autenticamente espressionista che la accomuna alle più significative esperienze artistiche e letterarie degli anni Dieci. Il ritmo della frase è rotto e spezzato, paratattico; la sintassi ha ormai abolito i nessi logici della tradizione naturalista. I suoi personaggi sono moderni perché sfugge loro il significato della vita: paralizzati dalla paura e dall’angoscia esistenziale, vivono in un mondo violento che li respinge, condannandoli alla sconfitta e allo scacco.