LA VITA CHIUSA
A Siena esisteva un ospedale psichiatrico che era una vera e propria città. Piazze, vie, lavanderia, cucina, orti, c'era tutto quello che poteva servire per l'esistenza materiale dei suoi abitanti, che venivano da tre province: Siena, Grosseto e Viterbo. Centinaia e centinaia di persone. Il manicomio ha segnato la vita della città per oltre un secolo, determinando l’esistenza non solo dei degenti, ma anche delle migliaia di persone che vi lavoravano, ed è stato l’ultimo in Italia a chiudere i cancelli, all’inizio degli anni Novanta. Adesso in quel luogo, al posto dei matti e degli infermieri sono arrivati i docenti universitari e gli studenti: la cittadella della follia si trasforma in fabbrica della conoscenza. Ma la memoria di tutto ciò che all’interno delle mura del manicomio si è vissuto rischia di scomparire.